Sociologia

 La nascita e l'affermazione del Welfare State

 


Le prime leggi sulla previdenza e assistenza pubblica per i lavoratori dell'industria e le loro famiglie furono emanate fra il 1883 e il 1889 in Germania dal cancelliere Otto von Bismarck.  Prima di allora, infatti virgolette non esisteva alcuna forma di tutela pubblica del lavoratore nei confronti dei rischi connessi con la loro attività. Bismarck in situi delle assicurazioni sociali obbligatorie, cioè l'obbligo per il lavoratore e per l'imprenditore di versare allo stato una quota del salario in cambio di indennizzi immunitari nel caso si verificassero in determinati eventi critici, quale la malattia, l'infortunio sul lavoro, l'invalidità virga l'invecchiamento, la disoccupazione. Per la prima volta nella storia si profilò in l'idea che lo stato dovesse e potesse intervenire direttamente in difesa del benessere economico e se ne farebbe proprio cittadini. Solo dopo la fine della seconda guerra mondiale questa logica si è esteso ulteriormente. Si giunse così all'erogazione, da parte dello stato, di prestazioni di stampo universalistico. Tradizionalmente si fa coincidere la nascita del welfare state con la pubblicazione, nel 1942, del Rapporto Beveridge. Con il Rapporto Beveridge trovo attuazione concreta a partire dal 1948 con la creazione di un servizio medico nazionale gratuito per tutti i cittadini e con l'adozione di altri impianti provvedimenti sociali, quale l'istruzione dell'indennità di disoccupazione, l'innalzamento delle pensioni, il miglioramento delle condizioni dell'insegnamento pubblico, l'estensione degli interventi di edilizia popolare. Il sistema di Welfare è nato perciò come una forma di redistribuzione delle risorse economiche prodotte dalla società, redistribuzione attuata e gestita dallo stato, che si assuma il compito di prelevare una quota di ricchezza dei cittadini più agiati per distruggerla hai più poveri sotto forma di servizi.

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